domenica 14 giugno 2015

Mi ricordo di Paola Capriolo ed.Giunti




Il romanzo, edito dalla Giunti, si snoda attraverso il racconto di due donne, Adela e Sonja, in forma epistolare il primo, in forma autobiografica il secondo a capitoli alterni. Non è chiaro subito il nesso tra le protagoniste poiché rimandano a periodi diversi attraverso i loro ricordi affastellati. Ci si trova di fronte ad una matassa aggrovigliata che aspetta di essere dipanata seguendo un filo-guida rappresentato da una casa dalle pareti azzurre con un bovindo su un giardino al di là del quale scorre un fiume che, da protagonista, con il suo perenne scroscio, accompagna la vita sia di Adela che di Sonja.

Nella casa vive un anziano signore che ha bisogno di una badante che lo accudisca ed e´ Sonja a presentarsi per questo lavoro con l´obiettivo di occupare quella casa per cominciare a riavvolgere il gomitolo della propria vita attraverso ricordi ancora confusi.

Adela, invece, è una diciottenne romantica, dall´animo delicato, amante della buona letteratura e della poesia, che in un pomeriggio d´autunno assiste alla declamazione dei versi di colui che erge a Sommo Poeta, su cui riverserà un amore totalizzante. Inizia così a inviargli lettere di ammirazione, di vera e propria adorazione, pur consapevole che il suo sarà un amore unilaterale perché il poeta non le serberà altro che congiuntivi, “il più sfuggente e circospetto dei modi”. L´epistolario, dapprima reale poi virtuale, quando il poeta smetterà di rispondere alle supplichevoli missive, costituisce la forma lieve e aerea scelta dall´autrice, per raccontare la vita di una famiglia ebrea dapprima molto rispettata, poi via via sempre più emarginata negli anni dell´avvento del Nazismo, dalle iniziali restrizioni ai soprusi, alle torture inflitte dagli stessi concittadini di quella città di provincia. Tutto questo non scalfisce la fiducia di Adela nel futuro, consapevole che “la bellezza salverà il mondo”, come Dostoevskij fa asserire al principe Myskin. Purtroppo la bellezza non riuscirà a salvare neppure l´anima di Adela che attraverserà tutte le fasi dell´olocausto dalla perdita dei genitori all´internamento in un campo, compreso il silenzio del suo Poeta che si limiterà ad inviarle in via anonima la sua ultima raccolta di poesie, con una piccola crocetta sull´indice, in corrispondenza di una poesia a lei dedicata.
Sonja, intanto, va esplorando la casa ove è ospite ma in cui è vissuta con i suoi genitori, una madre bellissima con una repulsione per il contatto fisico, che trascorre ore in uno studiolo, ed un padre medico che dalla felicità dei primi anni scivola nella solitudine, trovando conforto nell´alcol. Entrambi l´hanno lasciata sola molto presto, costringendola ad abbandonare la casa azzurra per un orfanotrofio.
Ora vi è tornata per far compagnia ad un vecchio i cui ricordi si confondono con i suoi in un passato che per entrambi è stato fonte di dolore.
E´ comunque necessario ripercorrere per intero il cammino a ritroso dei ricordi anche se questo comporta dolore e sconcerto. Il gomitolo disfatto potrà essere riavvolto grazie al carteggio che Sonja rinverrà  in uno scrittoio finito in soffitta. E´ l´ epistolario tra sua madre Adela ed il suo poeta non più  famoso, in cui la poverina narra le umiliazioni subite nella “casa rossa della gioia” del campo di concentramento da cui è venuta via con il corpo intatto ma l´anima lacerata. Se il largo bracciale d´argento ha nascosto agli occhi del mondo il suo passato, nè un marito adorante nè una bimba amata potranno rimarginare le ferite impresse dalle umiliazioni, dal disgusto per essere diventata merce di piacere effimero per principi in divisa grigio acciaio. Avviarsi verso il nulla, quelle docce che le erano state risparmiate, sarà l´unico modo per trovare pace.
Alle due protagoniste si affianca la figura di Kurt, che Adela chiama “il dottorino” tra il canzonatorio e il denigratorio, ma che l´ha amata, sfidando ogni convenzione razziale, incapace però di competere con il poeta.

Un libro sorprendente, con un tema non nuovo eppure coinvolgente, originale per impostazione, lieve come un battito d´ali, con un linguaggio forbito ma leggero. Stupisce l´assenza di riferimenti geografici precisi, solo un fiume accompagna la vita delle due donne con il suo scroscio, la sua mutezza nel corso delle stagioni, la sua capacità di accogliere e purificare ciò che un regime ottuso ha profanato e che se non la bellezza almeno la purezza dell´anima ha conservato.
Annalisa
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